Lettera di Marco Valente

Fin dai primi anni di liceo la mia intenzione era di approfondire una lingua (che fosse il tedesco o l’inglese non l’avevo ancora deciso) nel corso del quarto anno di scuola superiore. In terza le proposte che avevo preso in considerazione erano principalmente da una parte l’anno in Germania (o almeno in un paese tedescofono) e dall’altra l’anno di “scambio” nella scuola tedesca. Purtroppo però informandomi non trovavo buone notizie. Per l’anno in Germania sembrava che la Provincia organizzasse solo esperienze da 3 mesi anche se la Regione aveva messo a disposizione qualche decina di posti pure per l’anno. Per lo scambio invece trovavo voci contrastanti e nessuno che mi potesse raccontare della sua esperienza. Dopo tante riflessioni ha prevalso la scelta di rimanere nella mia Alto Adige e frequentare una scuola in lingua tedesca. Ciò ha precluso chiaramente un apprendimento più approfondito della lingua da una parte ma a mio parere apriva maggiormente la possibilità di mantenere amicizie e rapporti in generale.

 

Mi aspettavo tutto tranne che un’esperienza semplice. I primi mesi sono stati dal punto di vista dell’apprendimento tremendi e dal punto di vista dell’integrazione nella classe forse ancora di più. Non è che non mi trovassi bene, il problema ero senz’altro io e la mia timidezza che mi frenava, e mi ha sempre frenato, nell’integrarmi e nel buttarmi nelle discussioni. Certo la difficoltà della lingua ha giocato anche la sua bella parte. Nonostante ciò ho notato da parte dei professori un’enorme disponibilità e attenzione nei miei confronti cosa che invece in questa misura non mi sarei aspettato. Purtroppo i miei compagni non facevano altrettanto e piuttosto di lasciarmi faticare con l’approccio alla lingua tedesca tendevano a parlarmi in italiano. Non penso assolutamente che questo fosse un dispetto nei miei confronti anzi sono sicuro che pensassero fosse un modo per farmi sentire a mio agio. Io, comunque, con tutte le difficoltà e le limitazioni che comportava, ho sempre cercato di rivolgermi a loro in tedesco anche se questo ha di fatto limitato in modo notevole la mia capacità di esprimermi e il mio carattere.

Pian piano, forse loro si erano abituati alla mia presenza o io imparavo a relazionarmi, ho notato grandi cambiamenti. Più attenzioni nei miei confronti anche da parte dei miei compagni. Più volte venivo preso in considerazione e interpellato, cosa che all’inizio non succedeva per niente.

E così è passato un anno molto intenso e faticoso. Di fronte a me la possibilità di rimanere o di tornare alle “origini”, alla scuola italiana. Rimanere significava affrontare l’anno degli esami in seconda lingua, ripetere tutte le fatiche che avevano caratterizzato l’anno scorso, ma anche avere la possibilità di conoscere a approfondire i rapporti con la “nuova” classe e pure con la lingua, che tuttora sono convinto di non sapere in modo accettabile, figuriamoci un anno fa. Tornare comportava secondo me anche una bella fatica. Riprendere con altri ritmi ormai abbandonati da tempo. Altri metodi di studio. Un’altra scuola. Nella mia testa la scelta di rimanere era forse considerata la più semplice.

In quinta superiore tutto è andato per il meglio. Ho imparato a conoscere gente fantastica che spero abbia conosciuto in me una persona diversa rispetto a quella dell’anno prima, incapace di rapportarsi e il più delle volte ridotta a contare i minuti prima del suono della campanella. Ritengo di aver fatto medi progressi sia all’interno della classe che all’interno del mio percorso personale.

Ora, a esperienza finita, non mi resta altro che dare consigli a chiunque voglia intraprendere questa strada, e spero siano in tanti. Innanzitutto leggete! E’ importantissimo. Solo le ore di scuola non vi basteranno. E’ importante che anche a casa si continui. Inoltre non chiudetevi in voi stessi. Imparate a parlare in tedesco con i vostri compagni fin dall’inizio e loro faranno lo stesso con voi. Fategli capire che è la vostra esperienza e che se vogliono parlare in italiano hanno mille altre occasioni! Vivete quest’esperienza come strumento per conoscere meglio l’altra metà dell’Alto Adige che è tanto diversa quanto uguale a voi. Vivete quest’esperienza come unica e non come un modo di passare un anno come un altro.

 

MARCO VALENTE, Ex studente del Liceo Classico in lingua italiana e tedesca (IV e V classe nel Liceo in lingua tedesca, anno scolastico 2011-2012, 2012-2013), Merano