Un Viaggio Critico
Insieme ad alcuni miei compagni dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore ho partecipato ad un’iniziativa, Il treno per la Galizia, organizzata dall’Euregio Tirolo- Alto Adige – Trentino, che può suscitare interesse ad un primo impatto. L’iniziativa consisteva nel rivivere quello che era stato il cammino dei soldati, partiti da questo territorio, e visitare i luoghi dove hanno combattuto durante la prima Guerra Mondiale. Questo viaggio, comunque, per me è stata una cosa inaspettata, per cui il tempo dell’organizzazione è stato davvero molto breve, ma nonostante ciò mi ha subito coinvolto. Come progetto ero entusiasta di farne parte, in seguito la cosa si è rivelata alquanto spiacevole.
Essendo andati in treno in Polonia (Galizia) abbiamo perso circa due giorni e i due giorni successivi li abbiamo passati visitando Cracovia, bellissima città, ricca di cultura con persone molto disponibili, ma non ho trovato la coerenza con il tema fondamentale di questo viaggio e cioè ‘la prima guerra mondiale’.
Ho apprezzato molto la città e la guida era fantastica. Il quarto giorno siamo andati verso il confine con l’Ucraina. Erano circa 4 ore e mezza in autobus. Anche lì, molto belli i forti e solo quando si è lì ci si rende conto di cosa è stata e di cosa è ancora la guerra.
La cosa che mi è dispiaciuta è stato il rapporto tra il tempo e le cose che c’erano da vedere, da spiegare e da approfondire. Non avevamo mai abbastanza tempo per riflettere e lavorare su ciò che avevamo ascoltato.
Dopo aver visto i forti, siamo andati ad una commemorazione al cimitero di Brylince. Questa commemorazione, però, era fatta dai Kaiserjaeger per i Kaiserjaeger. Con tutto il rispetto che ho, è stata una cosa spiacevole, perché era giusto commemorare tutti i caduti che fossero Tedeschi, Italiani, Austriaci, Polacchi e così via… come segno di rispetto, perché nessuno merita di morire per mano della guerra. Solo così ricordare serve a non dimenticare.
La mattina, al ritorno dalla commemorazione, ci siamo tutti ritrovati in un auditorium dell’università di Cracovia. Abbiamo iniziato a fare delle riflessioni su quello che abbiamo assimilato nei giorni trascorsi in Polonia. I discorsi erano molto ripetitivi, qualcuno parlava dello stare assieme tra italiani e tedeschi come già un passo per la pace. Questo perché la guerra nasce da discriminazioni e qualcuno diceva che la guerra non ci deve più essere, ma quando la mia insegnante ha criticato alcuni aspetti del progetto, (lei era la nostra portavoce, perché noi non abbiamo avuto il coraggio di esporci).
Secondo me era una critica costruttiva o almeno poteva essere presa come tale, invece alcuni non hanno perso tempo ad aggredirla. C’è stata molta ipocrisia, perché è proprio per gente così che scoppiano le guerre. Penso sia l’ignoranza a farli parlare, perché è quella a guidare il mondo e l’ignoranza si può combattere solo con la cultura. Per questo ringrazio che ci siano persone con cultura, perché sono sempre state le persone ignoranti ad essere influenzate. Dopo l’intervento della mia insegnante altri studenti ed insegnanti se ne erano accorti e hanno supportato la critica, anche approfondendola.
Ad essere sincero non ho imparato niente di più di quello che già sapevo. Se me lo dovessero riproporre? Non ci andrei. Però sicuramente consiglierei questo viaggio a Cracovia come viaggio d’istruzione.
Firas Khemiri, V ITE, I.I.S.S. Gandhi, Merano