Un Treno per la Galizia - Patscheider

Il 16 ottobre ’14 molti studenti, provenienti da varie scuole del Trentino, dell’Alto Adige e del Tirolo si sono recati al Brennero per partecipare al progetto intitolato Treno per la Galizia, un progetto dell’Euregio, in occasione del centenario della I Guerra Mondiale. Per partecipare a questo viaggio gli studenti hanno dovuto partecipare ad un incontro preparatorio sulla tematica, che si è svolto a Bressanone il 9 ottobre. 

Arrivati al Brennero, verso le 17, i ragazzi hanno assistito ai saluti istituzionali del Presidente del Land Tirol Günther Platter e del Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Arno Kompatscher. Dopo i saluti tutti sono saliti sul treno, pronti per affrontare quest’ esperienza culturale, che avrebbe dovuto ampliare le informazioni già possedute e che avrebbe portato a visitare la Galizia, territorio del fronte orientale, teatro di innumerevoli e sanguinose battaglie. La mattina del 17 ottobre il treno è arrivato alla stazione di Cracovia. Nel pomeriggio è seguita una visita alla città, che ha permesso di visitare il centro storico con la piazza principale del mercato, Rynek Glòwny, la basilica di Santa Maria e la strada reale delle incoronazioni. Si è visitato, anche, una delle attrazioni principali della città, il castello di Wawel, dimora dei re e dei principi polacchi. È mancata, però, la visita dell’ interno del castello, se ne è vista soltanto una minima parte. Per introdurre il tema della guerra la sera del primo giorno i ragazzi hanno assistito alla proiezione di un film, Der Stille Berg, non gradito a tutti, perché visto già in precedenza. Il giorno seguente tutti i partecipanti al viaggio si sono incontrati nella piazza di Cracovia per un momento di commemorazione dei caduti in guerra. Per questo sono stati scelti quattro ragazzo, fra cui una italiana, un tedesco, un ladino e una ragazza polacca, che hanno letto nella propria lingua un frammento di diario, scritto da soldati e persone che hanno vissuto la I Guerra Mondiale. Questo momento ha creato un sentimento di unità ed è stato apprezzato da quasi tutti. Durante questa commemorazione hanno preso la parola, anche, i Presidenti Rossi, Kompatscher e Platter. Dai discorsi tenuti è emerso quanto sia importante la convivenza fra popoli e quante perdite di vite umane ha portato con sé la guerra, denominata già allora da Papa Benedetto XV come inutile strage. Secondo Ugo Rossi questo viaggio è stato importante, perché i giovani devono farsi interpreti di tutti i coetanei che non hanno potuto partecipare e devono riportare a casa il ricordo dei giovani che cent’ anni fa salirono sul treno per raggiungere il fronte della Galizia. Dopo la commemorazione ha avuto luogo la visita guidata ai forti di Cracovia. Un altro forte che è stato visitato il terzo giorno si trovava a Prezmysl. In questo caso si è visitato un museo, dove si potevano ammirare numerosi oggetti risalenti alla guerra, tuttavia, è mancata un’accurata spiegazione di cosa fossero molti oggetti e a cosa fossero serviti, anche perché i testi delle didascalie erano solo in polacco. In questi luoghi del ricordo, come da programma, avrebbe dovuto esserci, anche, la visita guidata ai cimiteri di Brzesko e Brylince. Al posto della visita guidata, però, i ragazzi hanno assistito ad una commemorazione fatta dai Kaiserjäger per i Kaiserjäger. Questo avvenimento non ha lasciato trasparire chiarezza sullo scopo del viaggio, dato che si sarebbero dovuti commemorare tutti i soldati caduti in guerra e non soltanto quelli di una nazione o di una sola Heimat. Molti partecipanti hanno iniziato, così, a sentirsi strumentalizzati per l’ eccessiva impronta tirolese e per una propaganda politica, che non condividevano. Queste critiche e divergenze sono, poi, emerse durante il momento comunitario di rielaborazione, dove studenti e partecipanti hanno potuto esporre proprie opinioni. Per questo motivo è stato un momento fondamentale e importante, anche se molto breve.  Molti ragazzi hanno lamentato l’assenza di contatti fra persone di gruppi linguistici diversi, oppure l’assenza di contatti fra giovani e adulti, che  hanno partecipato a questo progetto. In questo caso si può dire che non ci sia stata nessuna integrazione. Da questo momento di discussione sono emersi aspetti positivi del viaggio, ma anche alcuni negativi, che però devono essere visti come una possibilità di miglioramento per questo progetto negli anni futuri, affinché questi aspetti possano essere modificati in modo positivo.

 

Marina Patscheider V LSU, I.I.S.S Gandhi, Merano