Il Senso Critico dei Giovani

Treno della memoria. Prima Guerra mondiale. Galizia è il primo progetto pilota nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra mondiale, approvato dalla Giunta del GECT  Euregio Tirolo ― Alto Adige ― Trentino. La triplice realtà dell’Euregio è anche la realtà da cui provenivano migliaia di soldati, che trovarono la morte in Galizia, esattamente cent’anni fa: per questo sono stati scelti per partecipare a tale iniziativa quattrocento ragazzi provenienti da queste zone.

 

Come riporta la descrizione presente nel sito del Euregio, disponibile all’indirizzo www.europaregion.it, le finalità del progetto erano di far visitare ai giovani i luoghi della memoria, commemorare i caduti dell’inutile strage, approfondire le conoscenze storiche, grazie alle visite e favorire interessanti incontri e possibilità di confronto. Purtroppo molti studenti e io stessa abbiamo riconosciuto nel progetto diversi fini e una totale assenza di quelli annunciati.

Incontri e confronti sono stati a mio avviso rari e limitati:  in particolare è mancato il confronto fra studenti appartenenti ai diversi gruppi linguistici, poiché i gruppi sono stati creati dall’unione di classi che frequentano la scuola nella medesima lingua. Il confronto fra partecipanti ed organizzatori è stato eliminato il giorno dell’arrivo, previsto dopo la visione del film Der Stille Berg, e invece ridotto a venti minuti nell’incontro finale del 20 ottobre.

L’intero progetto è stato carente di momenti di confronto, quanto di contenuti: le conoscenze storiche con cui sono partita sono rimaste le medesime. Ho ampliato le mie conoscenze di cultura generale per quanto riguarda la città di Cracovia, ma dal punto di vista storico sono assolutamente mancati contenuti, adeguate spiegazioni e forse, più in generale, è mancata una configurazione didattica adatta.

Un sottile velo politico e se si vuole azzardare, persino ideologico, ha oscurato l’intero progetto.

I luoghi della memoria, ovvero la città fortificata di Przemysl, situata al confine con l’Ucraina, e i suoi forti, Werner e Salis Soglio sono stati visitati come previsto, dopo quattro lunghe ore di viaggio dalla città di Cracovia. Oggetto di controversie è stata, però, la commemorazione al cimitero di Brylince: noi ragazzi ci siamo ritrovati, mentre il programma riportava una visita guidata e volontaria a due cimiteri, quello di Brzesko e di Brylince, ad assistere, senza che nessuno chiedesse se fosse nostra intenzione o ci spiegasse a cosa stessimo assistendo, ad una commemorazione dei Landesschützen per i caduti del reparto di fanteria leggera dell’esercito imperiale austriaco, ovvero i Kaiserjäger. I  Landesschützen erano in tenuta militare e vicino a loro erano appese  la bandiera dell’Impero Austro-Ungarico e la bandiera europea, un accostamento che mi limito a definire inappropriato.

Inappropriato come è stato l’intero momento di commemorazione. Nel corso della Grande Guerra, non sono morti solo i Kaiserjäger. Sì, in Galizia sono morti loro e non gli Alpini, come è stato gridato da un partecipante, durante quello che è stato definito erroneamente dal programma, momento comunitario di discussione con testimonianze, ma non è questo il punto: durante la Guerra sono morti soldati provenienti dal mondo intero! E se proprio vogliamo commemorare non il centenario della Prima Guerra Mondiale (come ci aspettavamo visto il titolo del progetto, Treno per la Galizia – Centenario della Prima Guerra Mondiale. La Prima Guerra Mondiale. Ricordare, scoprire, comprendere) ma il  centenario della Prima Guerra Mondiale inGalizia, allora vanno ricordati anche i caduti russi, vanno ricordati anche i caduti polacchi, costretti a scegliere a quale esercito aderire se russo, se austro-ungarico, se prussiano, così come gli uomini del Trentino- Alto Adige. Se si dovevano commemorare solo i  Kaiserjäger allora si potevano visitare i forti del fronte italiano, come ad esempio il forte di Fortezza o il forte Bus della Vela in Trentino, evitando un lungo viaggio in treno e in autobus.

È lecito pensare di essere stati strumentalizzati non solo a questa commemorazione patriottica, impiegati come semplice presenza, bensì nell’intero progetto: una propaganda elettorale e di consensi che ha raggiunto l’apice durante la commemorazione laica nella Piazza del Mercato di Cracovia e che è però sfuggita di mano all’intera organizzazione dell’Euregio. I ragazzi si sono fortunatamente dimostrati tutto fuorché passivi e incapaci di ragionare e criticare senza timori. L’unico lato positivo che mi sento di sottolineare rispetto alla partecipazione a questo progetto è proprio la consapevolezza e lo sguardo critico emerso da parte di un gran numero di giovani. Ovviamente queste osservazioni costituiscono il mio punto di vista, un punto di vista che avrebbe necessitato per definire tale una commemorazione in piazza per un evento come la Guerra e per un simile progetto, non solo dell’aggettivo laico,  ma anche dell’aggettivo apolitico.

 

Valentina Gasperi V LSU, I.I.S.S. Gandhi, Merano