UE: un Grande Passato, ma un Disastroso Futuro? (Focus)
In seguito ai due terribili conflitti mondiali, che hanno devastato l’Europa, le persone hanno sentito il bisogno di una rinascita. Le difficoltà da superare erano molte e la cosa più importante era evitare nuovi conflitti. E` così che, nel 1950, si è giunti ad una sorta di unione con fini economici. Questa prima unione era il frutto della collaborazione tra sei Stati europei: Germania, Francia, Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. Il nome di quest’unione era Comunità Economica del carbone e dell’acciaio (CECA) che, sette anni dopo, si è trasformata in Comunità Economica Europea (CEE).
Come sostiene Maurizio Ferrara nell’articolo intitolato 2017. La fine dell’Europa?, pubblicato domenica 12 marzo 2017 sull’inserto La Lettura de Il Corriere della Sera: […] l’integrazione europea ha registrato i più grandi successi all’inizio del nuovo millennio. Nel corso del tempo, infatti, sempre più stati sono entrati a far parte della CEE. Quest’ultima, in seguito al trattato di Maastricht del 1993, ha assunto l’attuale nome di Unione Europea (UE). Allora gli stati membri erano 12, al giorno d’oggi sono 27, tenendo in considerazione l’uscita dell’Inghilterra.
Nonostante i successi ottenuti attraverso diversi anni di collaborazione non sono mancati i conflitti. Come si può leggere nell’articolo sopra citato, l’UE si è trovata ad affrontare diversi problemi contemporaneamente: crisi economica, terrorismo fondamentalista e crisi dei rifugiati. Il modo di porre rimedio a questi problemi da parte delle istituzioni sovranazionali non è stato dei migliori, ma, nonostante ciò, l’unione è sopravvissuta.
Ma per quanto ancora resisterà?
In questi ultimi tempi l’UE sta attraversando, infatti, uno dei momenti di maggiore crisi. I rischi di disgregazione sono alti, in quanto sembrano essere risorti alcuni nazionalismi. Diversi e sempre maggiori sono i movimenti eurocritici ed euroscettici. Nell’articolo 2017. La fine dell’Europa? Maurizio Ferrara scrive: La gente è stufa di una Europa che pensa solo ai mercati e al rigore di bilancio. Vuole più sicurezza. Cerca protezione.
Ed è così! L’UE è costantemente minacciata dalle crisi economiche, dal terrorismo e dalla continua affluenza di immigrati. E, ad oggi, non è ancora in grado di gestire e proporre valide soluzioni alla situazione. La gente, inoltre, non si sente parte dell’Unione Europea. Il senso di unione è poco diffuso. Far parte della comunità Europea ha molti vantaggi e spesso le persone nemmeno lo sanno. Tra continue crisi, battaglie e guerre in Oriente, non c’è mai stato tanto bisogno di un’unione forte.
Forse, a causa di questa crisi, è ora che le cose cambino. Dovrebbe iniziare a cambiare il funzionamento stesso delle istituzioni europee, che causano un malcontento generale. Come si può leggere nell’articolo Chi salverà l’Europa se non l’Europa?, pubblicato nel febbraio 2017 sul settimanale Origami n.66 de La Stampa: La deriva del ritorno alle piccole patrie è un’illusione pericolosa e va sconfitta con idee e programmi concreti e convincenti […]. Bisognerebbe far spazio ai giovani con nuove forze e saperi.
La voglia di un’Europa unita è sempre presente e, forse, sempre più forte, sopratutto nei giovani. Quello che la nostra unione sta vivendo è un momento critico e due sono le conclusioni possibili: il crollo o la rinascita.
Ilaria Mattera