La Sveglia Suona per l'Europa - Time

La deriva del ritorno alle piccole patrie è un’illusione pericolosa e va sconfitta con idee e programmi concreti e convincenti quanto oggi sembrano quelli dei nemici dell’Unione. Così si legge nell’inserto intitolato Origami, settimanale de La Stampa, n.66, pubblicato il 16-22 febbraio 2017. Più che un’illusione, quella del ritorno alle piccole patrie sembrerebbe il futuro dell’Europa, soprattutto se si dovessero continuare ad ignorare i problemi e stare a testa china, senza fare nulla. Si dovrebbe prendere atto di quello che sta accadendo attorno a noi e soprattutto informare chi non ne sa nulla, perché spesso i giovani sono molto poco informati. Perché se i giovani non sanno nulla di quello che dovrebbero cercare di migliorare, come fanno a farlo? Si potrebbero avviare più progetti, magari anche tra paesi diversi, grazie ai quali gli studenti imparino a conoscere nuove culture, nuovi paesi e magari a quel punto riuscirebbero ad interessarsi di più dell’Europa. Un altro modo per informare i più giovani sono i Social, che sono oramai presenti nella vita di tutti.

Il titolo del testo sopra citato è Chi salverà l’Europa se non l’Europa? E’ un titolo particolare, perché circondato dalle stelle della bandiera dell’Unione Europea, che, però, stanno cadendo una ad una, quasi come a dire che l’Europa si stia pian piano sgretolando. L’immagine delle stelle che cadono ricorda una performance realizzata a Bolzano da alcuni studenti provenienti dalla Romania, dalla Polonia, dall’Austria e dall’Italia, che stavano affrontando un progetto ERASMUS+ sul tema dell’Europa. La performance, incentrata sui concetti di identità e diversità, conflitto e soluzione del conflitto in Europa, si concludeva con una grande bandiera blu, sulla quale venivano buttate le 12 stelle, che pian piano cadevano. Questo ci riporta all´immagine dello “sgretolamento europeo”, solo che appena la prima stella ha toccato terra, una ragazza l’ha raccolta e questo ha fatto credere che sia compito anche dei giovani tendere la mano e aiutare l’Unione a rialzarsi subito, senza aspettare.

A proposito di problemi europei, tra i più importanti ci sono l’immigrazione e il terrorismo. Come ha scritto Maurizio Ferrara nel testo intitolato 2017. La fine dell’Europa?, pubblicato sull’inserto LA LETTURA de il CORRIERE DELLA SERA, pubblicato il 12 marzo 2017: Sul fronte esterno, l’Europa ha dato poi il peggio di sé, mettendo a nudo la propria inettitudine nel combattere il terrorismo e nel gestire le ondate migratorie. Purtroppo negli ultimi tempi è nata la credenza secondo cui un muro lungo il confine possa fermare terrorismo ed immigrazione. Facendo questo, però, non si risolve molto, anzi si producono solo danni, perché con i muri tra i confini si limitano soprattutto le comunicazioni tra i Paesi europei, in questo caso. Oramai i Paesi dell’Unione Europea pensano solo ai loro problemi, senza pensare alla collettività, ma così facendo non dureranno molto, poiché lavorare insieme è più proficuo che provarci da soli e poi cedere come singoli Stati. Si dovrebbe lavorare insieme per cercare soluzioni comuni. Quindi, perché non si va ad estirpare il problema alla radice, invece che cercare solo di lavarsene le mani? Nel testo già citato, Maurizio Ferrara scrive che non è ancora tempo di requiem, ovvero non è ancora tempo di riposarsi. Infatti, bisogna svegliarsi, perché i problemi non sono finiti e se ognuno pensa a se stesso, qualcuno preferisce isolarsi e qualcun altro costruisce muri, non si va da nessuna parte.

I giovani, con l’aiuto dei più grandi, dovrebbero farsi sentire da chi non li ascolta, fingendosi sordo. Quindi, chiunque stia leggendo questo articolo, cerchi di attivarsi e fare qualcosa di concreto, perché il nostro tempo è ora!

Michele Firinu