"Cosa Succede alla Nostra Europa?" - Focus, 27/04/17

Quando è nata l’Europa? L’Europa è stata la risposta alla necessità di mettere fine a quel clima buio al quale hanno portato i due conflitti mondiali. L’idea dell’integrazione europea è nata per far sì che non si verificassero mai più massacri e distruzioni, un modo per imparare dal passato e andare verso un durevole ordine pacifico, trovando un equilibrio e cooperando per il bene comune. La proposta di creare un’Europa unita arrivò il 9 maggio 1950 dal ministro degli Esteri francese, Robert Schuman. Inizialmente l’Ue era composta da sei Paesi, che costituirono nel 1951 la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio), e la maggior parte della cooperazione tra Stati riguardava il commercio e l’economia.

L’Ue è qualcosa di unico, possiamo paragonarla ad una grande famiglia, che unisce Paesi nella loro diversità, i quali si impegnano a lavorare insieme per la pace e la prosperità, portando avanti valori fondamentali, che mirano al rispetto dei diritti umani.

Allora perché oggi si sente parlare male di quest’istituzione? Perché rischiamo di buttare via quest’enorme opportunità? Come scrive Maurizio Ferrera in un articolo pubblicato sull’inserto La Lettura de Il Corriere della Sera il 12 marzo 2017: Se si fanno le domande giuste, si scopre infatti che la maggioranza dei cittadini non è euroscettica, ma eurocritica, che è cosa ben diversa […] La gente è stufa di una Europa che pensa solo ai mercati e al rigore di bilancio. Vuole più sicurezza, cerca protezione. Ma pensa anche che l’Europa possa e debba giocare un ruolo importante su questo terreno.[…] e nessuna istituzione può sopravvivere se non è in grado di soddisfare esigenze così basilari. Nel mondo c’è comunque tanta voglia di Europa e, come sostiene Maurizio Ferrera nell’articolo sopraccitato, l’Ue deve dimostrare che è disposta a darsi concretamente da fare per il controllo delle frontiere esterne, la difesa comune, la mutualizzazione di alcuni rischi economici e sociali comuni all’Eurozona.

Nonostante tutto l’Unione è riuscita a superare diversi ostacoli, anche se è stata più volte sul punto di sgretolarsi, a causa di diverse pressioni. Le minacce e i rischi che potrebbero, però, uccidere l’Europa non sono cessati e i movimenti euroscettici prendono sempre più piede nell’opinione pubblica. Quell’idea di unione, pace e prosperità, che sulla carta presenta un’incredibile opportunità per creare un futuro migliore, non basta forse più a resistere alla pressione degli eventi e alla presenza di nuove minacce come il terrorismo o la crisi dei rifugiati. La nostra Europa attaccata da Trump, mutilata dalla Brexit, minacciata da Marine Le Pen e dai suoi imitatori, […] sta vivendo la più grave crisi della sua storia alla vigilia del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Questa è la verità che si legge nell’inserto Origami del settimanale La Stampa del 16-22 febbraio 2017.

La fine dell’Europa può essere pericolosa: si andrebbe verso un processo di rinazionalizzazione, che, come la storia insegna, può solo portare nuove tensioni. Eppure quest’idea è reale e fin troppo concreta e chi può sconfiggerla se non l’Europa stessa?

Sabina Miragoli